filosofia giardini zen

Giardini zen

Si sente spesso parlare dei giardini zen e, anche se non si sa perfettamente in cosa consistano, il solo sentire il loro nome mette tranquillità.

Per chiarire cosa sia un giardino zen, bisogna, innanzitutto, fare una ricerca sulla filosofia dei giardini zen.

Il nome originale del giardino zen – termine con il quale ci riferiamo ad esso nel mondo occidentale – è giardino karesansui.

Esso rappresenta la fusione armonica tra l’arte del giardino giapponese e la filosofia zen.

Così sarà facile ritrovare una profonda simbologia all’interno di tutti gli elementi che compongono il giardino. Ciascuno di essi rappresenterà una parte del mondo conoscibile e ciascuno dettaglio avrà un significato ben preciso, vuoto compreso.

Ammirando un giardino zen, ci si accorge subito di come le pietre la facciano da padrone.

Esse sono disposte, apparentemente, in modo casuale, sono lontane l’una dall’altra, altre volte ammucchiate. Dietro a questa sistemazione, c’è la volontà di sottolineare la solitudine dell’uomo, che si sforza talvolta di relazionarsi con i suoi simili.

Ma la filosofia dei giardini zen va cercata ancora più in profondità: essa non vuole solo mettere in risalto il ruolo dell’uomo, quando rendere noto come siano gli spazi vuoti la sintesi perfetta della pace e della serenità, mentre gli elementi singoli e a se stanti sono il volto dell’incomunicabilità.

Di qui la netta differenza tra il giardino come concepito nella cultura occidentale e il giardino della filosofia zen.

In Occidente, è l’uomo a prevalere sulla natura perché è l’uomo a creare un ambiente artificiale per il proprio benessere personale.

La filosofia dei giardini zen, invece, vede l’uomo come una parte integrante della natura. Questo giardino viene realizzato perché diventi un luogo di meditazione e di accoglimento.

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Il giardiniere zen

giardino zen Così come i nostri giardini all’occidentale, anche il giardino zen ha bisogno di una persona che se ne occupi.

Sempre tenendo conto della filosofia dei giardini zen, però, di fronte al giardino di roccia non si può fare altro che fondersi con lo spirito della pietra e fare le righe nella sabbia con il rastrello.

Sono tanti i giochi di prospettiva che si possono rintracciare all’interno di un giardino zen.

Riuscire a dare l’impressione di un’ampiezza degli spazi maggiore, anche quando in realtà la metratura del giardino è ristretta, è una delle peculiarità dello zen.

Guardando il giardino, si deve sempre avere la sensazione di trovarsi in un ambiente naturale, in cui gli elementi si trovino ben accorpati tra di loro.

Anche se dietro la sistemazione del giardino c’è, senza dubbio, la mano dell’uomo, un bravo artista può dirsi tale se non riesce a far scorgere al visitatore la presenza del suo lavoro.


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Cosa fare in un giardino zen

La filosofia dei giardini zen ha canonizzato anche l’atteggiamento che bisogna tenere all’interno del giardino.

Una volta entrati, infatti, non si può passeggiare. Bisogna, piuttosto, mettersi seduti a gambe incrociate, oppure sui talloni, così da favorire l’immobilità del corpo; poi respirare in modo corretto; avere la giusta disposizione d’animo ad abbracciare la filosofia dei giardini zen.

L’effetto calmante che avrebbe il giardino su chiunque osservi scrupolosamente questi riti è dato dal lavoro della mente che è l’unica a percepire la sottile associazione esistente tra le pietre e la natura.


Come costruire un giardino zen

Per realizzare un giardino zen, occorre tenere ben presenti certe regole:

- Aggiungere un elemento o modificare l’orientamento della sabbia serve a rilassarsi e a meditare;

- Non si devono usare grani multicolori;

- Il granito bianco è quello che crea la giusta atmosfera secondo la filosofia dei giardini zen;

- Al centro della contemplazione e della meditazione ci sono le rocce, simbolo di immortalità e di salute;

- Quando si rastrella la sabbia, bisogna farlo sempre spingendo in avanti e mani tirando indietro;

- Si possono costruire piccoli ponti, che rappresentano il passaggio ad un punto di vista diverso da quello di partenza;

- Secondo la filosofia dei giardini zen e secondo un’idea della Cina classica, farebbe bene attraversare il giardino all’inizio della quattro stagioni, in modo da disporre l’animo a profondi cambiamenti.


La simbologia

All’interno del giardino zen tutto ha un preciso significato.

Le piccole fontane e gli stagni portano buona fortuna economica se vengono sistemati negli angoli a nord o a sud est del giardino.

Per assicurarsi, invece, la stabilità di coppia, stagni e ruscelli dovrebbero essere sistemati a sinistra della porta di ingresso. Se l’acqua viene disposta a destra, l’uomo potrebbe rivolgere la sua attenzione ad altre donne. Non bisogna, infine, abbondare con l’acqua: un bacino troppo pieno annuncia lacrime.

Ad essere di ottimo auspicio sono le piante. Il legno simboleggia la crescita e lo sviluppo, soprattutto se si trova a est, a sud’est o a sud. E’ altresì importante che gli alberi non soffochino la casa e che vengano potati con regolarità, gesto sintomatico della continua rigenerazione spirituale.

Per creare un’atmosfera giusta, occorre non posizionare piante appuntite e cespugli con spine vicino all’abitazione.

Le foglie secche e le piante secche vanno eliminate perché sono conduttori di energia negativa.


filosofia giardini zen: progettazione giardini : Filosofia giardini zen per te

Filosofia giardini zenDare vita al cosiddetto giardino zen, per forza di cosa, vuol dire necessariamente accostarsi alla filosofia del giardino zen. In un contesto di questo tipo, pertanto, ci si dovrà allontanare dall’idea del classico giardino all’italiana, per avvicinarsi ad una concezione che presenta elementi completamente differenti rispetti a quelli ai quali siamo abituati.

L’elemento essenziale di tali giardini, se da un punto di vista puramente astratto può essere identificato nella serenità e nella purezza d’animo, affrontando una dimensione maggiormente “materiale”, dovrà puntare in primo luogo sulla separazione degli elementi, sinonimo di ordine, ma anche della solitudine (con relativa tranquillità) della nostra anima.


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